Speleo Club Ribaldone - Genova

Gruppo speleologico fondato nel 1970

Grotta della Briga e Grotta delle Terre Rosse

Grotta della Briga in risalita e Grotta delle Terre Rosse

Partecipanti: Alessandro Vernassa, Marco Corvi, Marina Abisso (RIbaldone), Francesca Cassina, Matteo Pinna, Andrea (Issel)


2022­/01/­22 - Grotta della Briga e Terre Rosse (Abisso)

Sfidando il blocco dell’autostrada, arriviamo alle 10 al parcheggio della Briga. Francesca, Marco e, Matteo ed Andrea entrano nella Briga, animati delle migliori intenzioni, per finire di armare il P30 dalle pareti di burro. Alessandro e Marina entrano prima della Grotta delle Terre Rosse, per il rilievo: la grotta aspira ed è ricca di affioramenti di minerali di ferro, con rocce decisamente analoghe a quelli della Briga. Qui i valori di CO2 per una volta sono confortanti, intorno a 1000 pls. La grotta ha un armo già presente. Si sviluppo su tre direzioni, con un meandro interessante sul fondo della “principale”, alla base di un pozzetto e della successiva strettoia. In una spaccatura con sassi grossi e ciotola rotondi stile Briga, Alex identifica naturalmente una possibile prosecuzione che punta al 50 della Priamara: solita taglia extraslim, da allargare con demolitore. Da quel punto la grotta non ha più aria. Alex sospetta un ingresso alto, e quindi ci sarà: chissà dove. Alex e Marina entrano nella Briga, lasciando all'ingresso il rilevatore di CO2 (tanto si sa dove va a finire: fondo scala). Incontrano Matteo e Andrea che stanno ridimensionando una strettoia molesta e raggiungono i risalitori, che hanno già fatto un grande lavoro. Il P30 è già dotato di corde e attacchi più confortanti, grazie a Marco che è arrivato dove volano le aquile, nel pozzo che nessun altro avrebbe mai armato, e a Francesca che lo assiste e gli fa sicura, con grinta e perizia da vendere. Alex si arrampica in cima al pozzo, che pare bloccarsi. Verso destra, permane un temibile traverso, oltre cui Francesca ed Alex proseguono circa 5 m lanciando ininterrottamente pietre di ogni forma e dimensione. Per divagare, anche una punta che si annida 30 e più metri sotto, nel fango sottostante, senza fare vittime. Siamo ora a due m dall’esterno, più o meno vicino al buco dove la Banda dell’Osteria aveva scavato "alacremente": In alto, in cima alla risalita, molte ragnatele e del verde sulle rocce, forse muffa, forse muschio. Due buchetti sono stati scavati e passati dall'indomito strettoista demolitore Vernassa, ma chiudono. Intanto Corvo sistema armi ovunque, recuperando materiale a tutto spiano: stupito del fatto che il traverso assassino non venga adeguatamente amato, lo smonta e, sempre volando come sua abitudine, crea dal nulla su attacchi ex improbabili e rocce ex instabili e con funi multicolor, una discesa sicura ed unica dal luogo ove Fra e Alex continuano l’avanzata. Houdini all'opera: una attimo prima la corda è a 20 m di distanza, chiara e intricata, ti distrai ed è scesa di 10 metri, marroncina con nodi ovunque, guardi meglio e sparisce ogni giunzione e la corda, di nuovo abbastanza bianca, tocca terra ed è del tutto praticabile, anche agli umani. Ora la terra è attaccata a un filo, la speleologia è diventata poesia e ha perso ogni punto di vista. Andrea testa la novella via con soddisfazione e sparisce nell’aldilà, con il solito aplomb britannico. Usciamo tutti, anche i demolitori, verso le 21. Lo sviluppo della Briga è ora circa 300 m, con un dislivello negativo di circa 50 m.

 

2022/­01/­22 - Marco Corvi Alle 7:30 mi trovo con Marina (Abisso) a Brignole e ci dirigiamo alla volta di Pra', dove incontriamo Ale (Alessandro Vernassa), e la Fra (Francesca Cassina) coi due suoi rampolli, Andrea e Matteo. Marina carica Alex e un suo saccone, e partiamo verso il ponente. Fermata al negozietto di ... per un piccolo sostegno all'economia locale in cambio di un caffe' e un pezzo di focaccia. Arrivati al parcheggio della Briga ci prepariamo: Ale e Marina vanno prima alla grotta delle Terre Rosse per visionarla e farne il rilievo. Ale ne uscira' entusiasta: ha soperto una mini-fessura a soffitto da cui proviene aria e dove andra` a guardare col suo giocattolo preferito, il demo-litore. Intanto che i due si occupano di questa grottina, noi altri quattro andiamo alla Briga per completare la risalita lasciata incompiuta due settimane prima. Entro seguito da Fra e poi i due ragazzi. Ogni tanto ci fermiamo ad aspettarli per indicar loro la via nei posti dove non e` immediato trovarla. Arrivati preparo i materiali da risalita: martello, trapano, chiave, attacchi fixati, scaletta, anelli di cordino. Fra e` invece zavorrata con un sacco contenente le maglie rapide per armare poi la discesa, la corda per risalire (staccata dal pozzo, quella che andava al fondo), una seconda corda e la sacca d'armo con altri fix. Sostituisco la corda del primo tiro con uno spezzone piu' corto, e me la porto su per riarmare gli ultimi cinque metri. Mentre riarmo, la Fra mi raggiunge e si piazza sull'acoraggio all'altezza del traverso. Mi aggancio la corda di risalita mentre lei si posiziona per fare sicura. Ripercorro il traverso, agganciando la corda nei moschettoni e inizio. Si parte bene: trovo subito la roccia per il primo fix. Ma dura poco: subito sopra sembra tutto cartone. Provo a scavare a martellate, ma dieci centimetri sotto e` ancora cartone: una sfogliatella con ripieno al fango, friabilissima! Quando sono ormai quasi rassegnato all'abbandono. e alla sconfitta, mi accorgo che 30 cm sopra il fix e` ancora roccia. E' un passo ridicolmente corto, ma pianto tuttavia un fix. Si dimostrera' decisivo perche` con quel piccolo passo arrivo a rggiungere un pounto con roccia, buono per un fix. Da quel momento in poi non ci saranno piu` punti problematici per metter ancoraggi. Salgo sul fix. Fra mi raggiunge e si posiziona alla fine del traverso giacche` la corda era diventata troppo dura da tirare e recuperare, a causa dei troppi ancoraggi in cui passava. Riprendo a risalire, ed in breve (si fa per dire) sono in cima. Ancoraggio con un anello e sale anche Fra. In cima troviamo una parete coperta da folte radicette, un chiaro segno che siamo davvero vicini alla superficie. C'e` un buchetto, una strettoia in cui Fra riesce ad infilarsi. Percorre alcuni metri e c'e' un punto da smazzettare. Mentre stiamo giocando con la strettoia arrivano sotto Ale e Marina, che decidono di salire rilevando la risalita. Quando sono in cima al primo pezzo, prima del traverso, scendo con il sacco con le cose ormai non piu' utili e li raggiungo. Marina, ha una qualche difficolta' con i traversi aerei (ancora!), e decide di ridiscendere, portandosi giu' il sacco. Ale ed io risaliamo. Raggiunto il buchetto, lo allarghiamo un poco a smazzettate poi finalmente Ale riesce a passare. Lo lascio solo con Fra e scendo a sistemare le corde. La prima risalita resta armata sul naturale alla sommita`. In salita si trovano: un anello dove la corda e` giuntata, un fix con vicino un naturale, Poco dopo la corda e` giuntata, ma non occorre passare il nodo sia in salita che in discesa. Quindi due fix intermedi. Disarmo il traverso e raggiungo Ale e Fra che nel frattempo sono usciti da buco. Resta da vedere un altro buco quasi in cima alla risalita. Mettiamo un fix per lavorarci in sicurezza. Ale ci prova per un po' con la mazzetta, ma poi fa i capricci e dice che vuole il "suo" demolitore. Per accontentarlo armo la discesa (visto cha ci siamo tirati su tutte le corde), e atterro al terrazzo. Parte Andrea con demolitore nel sacco, e leverino. Con i giusti mezzi Ale ha in breve ragione del pertugio. Non so cosa abbia trovato oltre esso. Pero` ha detto che "chiude". Questa risalita e' armata con (in salita): un fix dove le corde sono giuntate, altri tre fix (qui e' il pertugio sulla destra) anello in cima (qui e' il buchetto). Visto che il gioco e` finito (per oggi) insacco moschi, martello, trapano, scalette, e tutto il resto e parto verso l'uscita, preceduto da Marina (svicolatosi astutamente senza sacco). Usciti andiamo alle macchine a cambiarci. Dopo un po' ci raggiunge Ale, lamentandosi perche` ha dovuto portarsi un sacco: di solito porta solo il sacchetto con distox e cellulare, e smalti da unghie. Ancora una mezz'ora ed arrivano Fra, Andrea e Matteo. In conclusione la risalita arriva a circa 3 m sopra la quota dell'ingresso. La Briga va su e giu', ma non si decide ad andare alla Priamara. Forse la continuazione del meandro discendente di ingresso, forse le Terre Rosse ... Vedremo.




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